Mostra Fotografica “ImagO Projects” 

Dal 21 LUGLIO – 7 AGOSTO 

Orari Luglio: da Lunedì a Venerdì  17:00-20:00 –  Sabato e Domenica  17:00-20:00 e 21:00-23:00

 

Orari Agosto: Tutti i giorni 18:00-20:00 + 21:00-23:00
Orbetello, Polveriera Guzman – INGRESSO GRATUITO

ImagO Projects

ImagO Projects debutta quest’anno a ImagO Photofestival e nasce dalla volontà di presentare e dare spazio ai molti progetti che in questi ultimi 6 anni ci sono stati inviati o che abbiamo visionato, in appuntamenti collettivi e personali, in giro per l’Italia.

ImagO Projects, inoltre, raccoglie in sé l’anima e gli intenti, molto eterogenei, del festival: grandi maestri e esordienti, classicismo e sperimentazione, pellicola e digital art. Tutto questo in un unico appuntamento, che, ci auguriamo, possa avere una cadenza fissa nei prossimi anni.

Vi invitiamo a sottoporci i vostri lavori durante le varie letture organizzate nel corso del festival o direttamente all’indirizzo info@imagorbetello.com

 

HUMANS

di Nicola Bernardi

Quando era piccolo, Nicola aveva un grosso problema: non riusciva a trasmettere a terzi il suo mostruoso entusiasmo nei confronti degli artisti che seguiva.
Con il tempo, e attraverso la fotografia, ha sviluppato il suo personale linguaggio visivo per raccontare la storia dei suoi soggetti preferiti: gli artisti.
Humans raccoglie i volti e le storie più interessanti che ha raccolto in giro per il mondo, fra Giappone, Australia ed Europa, di artisti che, a dire di Nicola, rendono il mond un posto migliore grazie alla passione che riversano nella propria arte.

 

Nicola Bernardi, classe ’88, è un fotografo freelance innamorato del genere umano e con una spaventosa necessità di raccontare storie attraverso le sua immagini.
Nasce a Casale Monferrato e attualmente vive e lavora a Milano. Dopo essersi laureato in lingue orientali, a Venezia, si è trasferito a Sapporo, in Giappone dove ha iniziato la sua carriera nella fotografia, per poi spostarsi a Roma. È ritornato in Giappone nel 2014 con il fumettista Simone “Sio” Albrigi, attraversandolo da sud a nord in bici, per un progetto, Uncommon:Wheels, che nel 2016 ha preso la forma finale di un libro, o come lo chiamano loro, un Tribro. Dal 2014 al 2017 ha vissuto in Australia a Melbourne, ed ora si trova in italia dopo aver attraversato il circolo polare artico in bici per il suo nuovo progetto unCOMMON:Arctic e dopo aver passato i primi mesi del 2018 a New York.
Ha lavorato in Etiopia come primo assistente di Steve McCurry per il Calendario Lavazza 2014, oltre che con Eolo Perfido e Susi Belianska. Le foto di Bernardi sono state esposte a Nuova Dheli, a Sidney, a New York e in varie città italiane. E’ brand ambassador di Wacom e ha lavorato con brand prestigiosi quali Martini, Specialized, Cinelli, Wacom ed AirBnB..

 

 

Imago ProjectsBOXING NOTES

di Giuseppe Cardoni

“Nonna Mira, la vera appassionata di boxe in famiglia, metteva la sveglia alle tre di notte e chiamava mio padre e me (bambino) per vedere insieme i grandi incontri in diretta dal Madison Square Garden di New York. Con questa memoria, sono andato alla ricerca di quelle atmosfere e dei valori della grande Boxe degli anni Sessanta-Settanta”.
(Giuseppe Cardoni)

Corde, assi di legno, tappeti sdruciti, muri scrostati, scarpe consumate, piedi, chiodi, sacchi, asciugamani, accappatoi, immagini sacre, scale di ferro, luci al neon, smorfie di dolore, il riso della vittoria. Il pugilato.
Quello “raccontato” da Giuseppe Cardoni non tiene conto di categorie, pesi e tabellini. L’obbiettivo fissa i luoghi, le stanze, gli spazi dove si allenano – insieme e ogni giorno – muscoli e speranze. Dalla “povera” palestra Academia de Boxeo Henry Garcia Suarez, ad Holguin (Cuba), sono usciti campioni olimpici e mondiali. E non si direbbe.
La “macchina stilografica” di Giuseppe ha impresso, oltre agli umori e ai sudori dei presenti, anche il respiro profondo di questo sport, il rispetto quasi paterno per l’allenatore e per i campioni, la disciplina per l’allenamento, l’amicizia per i compagni, il ritmo nelle gambe e nelle vene, la fierezza e il coraggio.
I ragazzi iniziano ad allenarsi a 8-10 anni, spesso senza casco e senza scarpette, inseguendo a mani nude una vittoria con molte dediche: se stessi, la propria famiglia, il Paese.
A Buenos Aires, la palestra Boxing club Ferrobaires, è ricavata proprio sotto la vecchia stazione abbandonata Constitucion.
La lunga marcia per diventare campione del mondo inizia infilandosi dentro un buco di cemento, scendendo per una scala arrugginita e insicura. Pioggia o sole, lì sotto c’è sempre il buio.
Da dietro la porta arriva una fessura di luce e alcuni rumori, di guantoni e voci. Compresa quella di un settantenne in canottiera bianca e calzoncini da boxeur, che quel 7 novembre 1970, era all’angolo di Carlos Monzon, nella sfida epica con Nino Benevuti.
Josè Menno allena gratuitamente i ragazzi, sotto al livello della strada, per provare a sottrarli alla strada: “La gioia più grande è quando uno di loro, sorridendo, mi dice di sentirsi un’altra persona”.
(Luca Cardinalini)

Giuseppe Cardoni vive in Umbria, predilige il reportage in B/N. Ha fatto parte del Gruppo Fotografico Leica in cui ha avuto l’opportunità di frequentare Maestri della fotografia italiana quali Gianni Berengo Gardin, Piergiorgio Branzi, Mario Lasalandra. E’ coautore, col giornalista RAI, Luca Cardinalini, del libro fotografico STTL La terra di sia lieve (Ed. DeriveApprodi, Roma, 2006); insieme a Luigi Loretoni nel 2008 ha pubblicato il fotolibro Miserere (Ed. L’Arte Grafica), nel 2011 Gubbio, I Ceri (Ed. L’Arte Grafica) e nel 2014 Kovilj (Ed. L’Arte Grafica); è coautore del libro I colori del Jazz (Federico Motta Editore, 2010). In ultimo ha pubblicato il libro fotografico Boxing Notes (Edizionibam). Ha esposto i propri lavori in numerose mostre sia personali che collettive.
Premiato o finalista in numerosi contest nazionali e internazionali.

www.lensculture.com/giuseppe-cardoni

 

 

TALES OF HUMANS IN A LANDSCAPE – DITTICIProjects

di Massimo Scognamiglio

Dove finisce il paesaggio inizia l’uomo e viceversa. In una ricerca spasmodica della figura umana Massimo Scognamiglio indaga il confine tra ciò che possiamo definire paesaggio (sia esso l’angolo di un salotto, un Geyser islandese o una tranquilla provincia americana) e gli esseri umai che – per motivi del tutto analogici – sono associati a questi “luoghi” e affianc ati in grandi dittici enigmatici. Engimatici perché nella giustapposizione dei corpi e dei paesaggi non vi è nessun nesso prettamente logico, riferimento culturale o discorso a tesi, è pura potente, “semplicissima”, folle, dirompente ispirazione. Allo stesso tempo i dittici di Scognamiglio sono estremamente e potentemente politici ma mai classificabili.

 

 

Massimo Scognamiglio, artista, fotografo, scrittore, e digital evangelist, è riconosciuto come un pioniere del digital in Italia. Per oltre venti anni ricopre ruoli di direzione creativa in agenzie di comunicazione digitale. Spende tre anni in California, poi si trasferisce a Parigi dove dipinge fotografa, progetta performance. Tornato in Italia inizia il suo progetto più importante ad oggi: rebirth con l’obiettivo di portarlo in Francia, a Parigi, luogo al quale è molto legato. Vulcanico creatore di immagini, mai fermo alle convenzioni ha sempre uno strumento di “pittura” analogico o digitale tra le mani, sia esso il pennello, un dispositivo touch, il computer, la macchina fotografica.
Predilige il grandangolo, non solo per riprendere scene d’insieme ma per scattare così vicino al soggetto che quasi lo può sentire respirare.

 

 

Ossigeno

a cura di Monica Taburchi – Fotografie Marcello Serra

Marcello Serra

S

Ossigeno propone un estratto riconsiderato e approfondito del progetto Ritratto di Natura – Casteldilago, un tempo sospeso (i primi scatti nel 2012; l’esposizione presso il museo Clifford nel 2016; l’edizione del libro nel 2017).
Tre anni spesi a indagare il legame fra natura, uomo e rapporto con il territorio, esplorando il micro universo racchiuso in un borgo della bassa Valnerina. Una valle segnata da un forte sviluppo industriale – per le risorse idriche del bacino del fiume Nera – che ciononostante e riuscita a mantenere integro il paesaggio dirompente e i borghi medievali (con accurate tecniche antisismiche). Una terra aspra costretta a fare troppo spesso i conti con le forze della natura – l’ultimo terremoto devastante nel 2016 – e fortemente segnata dalla spiritualità per il cammino di S.Francesco e gli innumerevoli monasteri e eremi sparsi nella regione.
Tutti gli stimoli di questo territorio contraddittorio e travolgente, in cui l’uomo non potendo dominare la natura ha imparato a coesistere con essa, sono stati colti dall’obiettivo del fotografo attraverso un’estetica sobria e evocativa, che ha trasformato ogni singola immagine in tributo all’orgoglio e alla forza delle persone che lo abitano.
La prima fase del lavoro, pur se affascinata dalla natura rigogliosa, si e sviluppata secondo un’ottica antropocentrica e ha rivolto lo sguardo principalmente alla caparbietà dell’essere umano che ha forgiato la pietra per costruire case, che ha dissodato la terra per piantare ulivi, che ha modificato il territorio per le proprie esigenze.
Queste azioni sono compiute da millenni, in gran parte del pianeta, per una visione regolata dalla concezione giudaico cristiana, poi ripresa dalla scienza moderna, che vede la natura come campo di dominio dell’uomo. Ma – ricordando il libro di U. Galimberti, L’usura della Terra – quale può essere la misura di questo dominio? Oggi che la natura e stata contaminata e corrotta con conseguenze al
limite tra progresso e catastrofe, la domanda e come può l’uomo diventare invece custode responsabile della natura?
Ossigeno e questo. Ossigeno e la vita, e legato alla necessita di respirare e anche al legame imprescindibile che l’uomo ha con la natura.)

Ossigeno

 

Marcello Serra nasce a Orbetello nel 1963. Dopo la Scuola Internazionale di Fotografia a Firenze, vola come assistente al Superstudio di Milano e poi a New York, dove viene formato da: Fabrizio Ferri, Herb Ritts, Oliviero Toscani, Gianpaolo Barbieri, Tony Thorimbert. Il percorso fotografico personale comincia inevitabilmente con la fotografia di moda e i ritratti. Pubblica su molte testate internazionali: Vanity fair, Vogue sposa, Elle, Sports illustrated, Town&Country. Realizza campagne pubblicitarie per Sandals hotel jamaica, United pets, Pupi Solari, Gallo. Espone in varie collettive e personali. Conosciuto principalmente per i reportage nella high society mondiale e come
fotobiografo delle grandi famiglie aristocratiche, il presente e dedicato alla ricerca fotografica. E affascinato dall’eleganza classica o al suo opposto, dalla purezza della vita rurale.
Per maggiori informazioni: www.marcelloserra.it

Monica Taburchi nasce e vive (dopo una parentesi milanese) a Roma. Autore e regista, lavora nei media e nella comunicazione per i maggiori network televisivi nazionali. Si muove fra vari generi, ma ha focalizzato le proprie energie principalmente nella storia antica e nell’arte realizzando diverse serie e documentari.

 

 

Fabio TimpanaroFading of 10.000 Hopes of Deuteros.

di Fabio Timpanaro

Fading of 10.000 Hopes of Deuteros” è una raccolta di estratti provenienti da progetti diversi portati avanti in questi ultimi anni da Fabio Timpanaro

e accomunati dallo stesso filo conduttore: il racconto, tramite il linguaggio della commistione stilistica ibrida e della sperimentazione caotica e destrutturata, di vicende e personaggi del mito spesso ritenuti marginali ma carichi di significato dal punto di vista iconografico e simbolico, che vengono spesso usati per raccontare, sublimare o esorcizzare vicende e vissuti legate allo zeitgeist dei nostri giorni.

Il primo gruppo di opere appartiene ad una serie di ampio respiro, ancora in corso, chiamata “Radamante”, (crasi tra Radamanto e Neuromante), semidio cretese figlio di Zeus ed Europa, fratello di Minosse, che si guadagnò in vita la reputazione di giudice sapiente, proprio per questo motivo Platone lo descrive come uno dei tre giudici dei morti assieme ad Eaco e Minosse stesso, mentre Omero ne parla come signore del mondo ultraterreno residente nei Campi Elisi.

Qui i morti vengono intesi come gli eterni sconfitti, coloro che combattono subendo le vicende della vita e del fato avverso, da cui Deutoros, letteralmente secondo e l’infrangersi dei suoi sogni, delle sue ambizioni, delle sue passioni che lo confineranno di una mondo di demenza e oblio lontano dalla visione e dalla luce.

Questa collezione include anche due delle tre opere dell’”Oneiros Triptukhon” dedicato alla tribù degli Oneiri, le divinità del Sonno figlie di Notte, nello specifico Morfeo e Fantaso. Chiude la raccolta l’opera dal titolo “Age of Confusion” realizzata con una commistione di fotografia in studio, pittura digitale e pittura analogica ad olio.

Il secondo gruppo di opere fa parte invece della serie “Jupiter In Saturn”, mostra personale tenutasi a Roma e patrocinata dal Festival del Cinema per omaggiare uno dei principali ospiti dell’edizione appena trascorsa, il regista David Lynch e, in particolare, uno dei suoi lavori più amati e apprezzati in tutto il mondo: la serie tv Twin Peaks.

Ogni personaggio viene qui reinterpretato tramite la tecnica del mixed media (collage analogico e digitale con interventi di pittura ad olio) in modo da descriverne le vicende, il percorso ed i tormenti tramite richiami e citazioni che i cultori della serie non faranno fatica ad identificare. La seria e lo stesso Lynch, che hanno profondamente influenzato Timpanaro nella sua formazione artistica e culturale, offre una gran numero di elementi simbolici ed esoterici che ben si prestano allagenesi di ogni singolo ritratto/racconto.

ImagO Projects

Toro con ascendente sagittario, Fabio Timpanaro è un digital artist attivo nel settore da oltre 18 anni.

Nasce a Torino nel 1979, cresce in Sicilia e infine completa gli studi tra Milano e Roma dove inizia il suo percorso professionale e artistico.

Nonostante una formazione tradizionale da art director e progettista grafico, è ormai noto come esperto e appassionato di Digital Art e mixed media, sia per i suoi lavori personali e su commissione (pubblicati sulle principali riviste specializzate) che per i suoi speech e workshop sul digital imaging e il compositing (Adobe Fast Design Tour, Adobe Creative Cloud Meet up, IF! Italian Festival, Creativity Day, Creative ProShow, The Creative Dot, etc.).

Le sue opere, profondamente influenzate dall’arte gotica, dal surrealismo (in particolare la critica radicale alla razionalità cosciente e la liberazione delle potenzialità immaginative dell’inconscio per il raggiungimento di uno stato conoscitivo “oltre” la realtà) e dal simbolismo, sono state esposte in diverse mostre collettive (“Corpus Dei” e “Arcanum” a cura di Nero Gallery Roma assieme ad artisti come Adriano Fida, Saturno Buttò, Sicioldr e Riccardo Mannelli) e nella sua personale “Jupiter in Saturn” sotto il patrocinio della Festa del Cinema di Roma 2018.

La sua tecnica mescola fotografia, arte digitale, collage, pittura ad olio e acrilico e dripping. Attualmente è docente di Adobe Photoshop all’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie (AANT) di Roma, all’Istituto Europeo di Design (IED) nel corso di Design della Comunicazione e insegna post-produzione e high-end retouching al Centro Romano di Fotografia e Cinema. Nel 2016 è stato tra i fondatori di STORM, studio interamente dedicato al creative retouching e al digital imaging; inoltre, dopo una lunga collaborazione con Fotolia Italia per la realizzazione di articoli e tutorial pubblicati sul blogufficiale, è adesso Adobe Stock Influencer.

 

Tra gli altri, ha lavorato con:Sony/BMG, McCann, GTB, The Blue Hive, Blossoming, Superhumans, Bologna Calcio, Food and
Agriculture Organization of The United Nations, Mercedes, Rai Eri, Ford, Poste Italiane, RCS
Libri/Fabbri Editore, Rizzoli, Garzanti, Zanichelli, Mondadori, Nuclear Blast, The World of Dot,
SuperEgg, Saatchi & Saatchi etc

 

 

ImagO Projects

Mostra Fotografica

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