Mostra Fotografica “Freedom” di Gabriele Rigon

Dal 16 Giugno al 5 Luglio 2017

Orari: da domenica a giovedì 17:00/20:00 – Venerdì e Sabato 17:00/20:00 – 21:00/23:00
Orbetello, Sala Museale Polveriera Guzman, Via Mura di Levante – INGRESSO GRATUITO

“La libertà è una ninfa del mare fatta di acqua, aria e luce che seduce uomini e donne. Se si sceglie di vivere avendola al proprio fianco si è in grado di uscire dai limiti di piccola entità umana  ed espandersi fino alle galassie più lontane.” (Gabriele Rigon)

FREEDOM
(L’Inattuabile si compie qua)

E’ bello lavorare con Gabriele Rigon perché si arriva sempre ad esplorare qualcosa di nuovo e scoprire qualcosa di sconosciuto dentro di sé, Gabriele è generoso nel fornire spunti ed idee che poi ognuno elabora a modo suo per la propria crescita personale, questo è essere un vero maestro.

Sono sempre entusiasta di essere coinvolta nei suoi progetti perché so che per me fare qualcosa con lui, significa un nuovo salto evolutivo e così è stato anche in questi mesi, quando ho potuto essere testimone al suo fianco nella creazione di questo progetto. Ogni volta ho scoperto qualcosa di nuovo su di me e sono convinta che chiunque vedendo questi scatti riuscirà a percepire la profondità di questo lavoro e, mi rivolgo ora soprattutto alle donne, non potrà non riconoscersi in almeno uno di essi o sentire scoccare la scintilla di un proprio desiderio di libertà.

Per entrare nell’argomento specifico dico subito che parlare di libertà è facile, praticamente è lo stato a cui l’uomo maggiormente anela quindi mettere due parole in riga sulla libertà portano ad avere sempre un pubblico osannante, però tutto cambia quando si fanno le cose in libertà, questo richiede coraggio, richiede prima di tutto di essere portatori di quello che definisco essere il gene “della disobbedienza”, di cui Gabriele Rigon, come me, è dotato.

Ed è così che Gabriele Rigon ha lavorato al progetto FREEDOM, applicando da subito la sua silenziosa ma inossidabile disobbedienza alle regole imposte. Ne è nato un progetto che non solo parla di libertà, ma crea libertà dandole forma di donna, riconoscendo alla figura femminile, come sempre lui fa, la dignita di portatrice di bellezza e forza vitale perchè, come lui sostiene citando Goethe, Das Ewig-Weibliche zieht uns hinan – l’eterno femminino ci trae in alto. Una volta ancora il suo lavoro è un inno al suo eterno Femminino, e cioè un femminile profondo, fisso, saldo, accogliente, ricettivo, sfrontato, provocante, seducente, che richiama in ogni donna libera la voglia di esprimere l’amore totale e di spinta all’elevazione che è chiamata a portare su questa terra.

Dal momento in cui ha accettato di preparare questa personale ha cominciato a lavorare secondo uno schema da lui creato ad hoc, il che ha significato anche imporre a se stesso scelte difficili e obbliganti che hanno richiesto un suo grandissimo impegno come fotografo e come uomo.

Ogni scatto presente in questa mostra è inedito ed è stato realizzato DOPO la data di proposta dell’incarico, che risale all’estate del 2016. Nell’arco di pochi mesi ha scattato migliaia di foto, selezionate una ad una e alla fine ha scelto personalmente le 54 che maggiormente per lui rappresentano il pulsare vitale dell’evento.

E’ stata utilizzata solamente pellicola, kilometri di pellicola impressionata proprio perchè nell’era del digitale fare libertà significa anche allontanarsi da una consuetudine acquisita e, nello specifico, lavorare tutto in analogico. Mi soffermo qui sul grande impegno di tempo materiale, l’utilizzo di decine di rullini, spesso comprati di corsa in città sconosciute, cambiati al volo durante gli shooting anche in situazioni difficili come in mezzo alla sabbia, con il vento che soffiava forte, sotto il riflesso del sole, le onde del mare che schizzavano intorno, ma tutto è sempre avvenuto in totale LIBERTA’, infatti, per magia, l’aria che si respira intorno a Gabriele è sempre fresca e rilassante, anzi più la situazione è impegnativa e di “emergenza” più tutto sembra fluire meglio, questo perchè il disobbediente trasforma le sfide in festa.

Ogni scatto è totalmente spontaneo, naturale, senza utilizzo di photoshop per alterarne colori e forme, la resa doveva essere rigorosamente libera da interazioni tecniche che avrebbero cambiato la naturalezza delle pose e della bellezza autentica delle ragazze.

Le foto sono Glamour, di solito molto richieste dalla pubblicità e quindi in qualche modo spesso rigide negli effetti da ottenere. Ma esiste ormai il Glamour alla Rigon, in cui individuato il soggetto da interpretare, in questo caso la libertà, si è lasciato alla modella la scelta di manifestare il proprio fascino e renderlo irresistibile e seducente per catturare l’attenzione del pubblico e allo stesso tempo amarsi nel farsi scattare.

Anche la scelta degli ambienti non è lasciata al caso. Gli esterni sono immersi in una natura selvaggia ma tranquilla, scegliendo volutamente il mare a parafrasare Bodelaire in chiave femminile… “Donna libera sempre avrai caro il mare”. Ed infatti si percepisce perfettamente quanto la donna abbia qui caro il mare e quello che rappresenta, come acqua, sabbia, scogli, vegetazione la accolgano riportandola al suo antico e legame tutto femminile con la natura (anch’essa femmina). Gli interni sono raccolti, intimi, scelti per dare quell senso di confidenza e complicità che ogni donna vorrebbe avere con la propria femminilità, la propria natura, che spesso ha molte sfaccettature, per potersi amare sempre e comunque in totale libertà.

Un lavoro curato in ogni minimo dettaglio tecnico e artistico che ha permesso di ottenere un risultato finale che non è solo fotografia ma un risultato visivo denso di significati che vanno oltre la percezione cosciente diventando poesia visiva portatrice di simboli e messaggi che ci mettono in contatto con la parte più profonda del nostro subcosciente alla ricerca di quello che per noi rappresenta la libertà.

Auguro a tutti i partecipanti di capire a pieno i contenuti di questo lavoro, come donna auguro ad ogni donna un meraviglioso viaggio all’interno di FREEDOM, invito ognuna a mettere in stand by la mente e osservare le immagini con il cuore dando piena libertà ai propri neuroni specchio e alla propria creatività. Cercatevi fra questi scatti troverete di certo un vostro desiderio di libertà rappresentato.

E per concludere in leggerezza… qual’è la donna che non ha mai sognato di camminare sui tetti di un ex convento del ‘400 nel cuore della Firenze più antica con i tacchi a spillo? Qui è possibile.

Daniela Saltarin, giugno 2017


Mostra Freedom di Gabriele Rigon - Daniela SaltarinDaniela nasce a Legnano il 18 febbraio 1961.
Dopo la maturità scientifica si iscrive a Scienze Geologiche. Diventa mamma giovanissima e si laurea poi con Ilaria in braccio e Carlo in arrivo. Per 16 anni si dedica alla geologia applicata, occupandosi soprattutto dello studio e analisi di eventi catastrofici naturali quali frane, alluvioni e terremoti e a come l’uomo può convivere con esse o sopravvivere ad esse. Per questo in parallelo agli studi tipici del “mente et malleo” scopre la sua passione per le competenze relazionali e le scienze umane che approfondisce negli anni esplorando i campi dell’antropologia, la paleoantropologia, le neuroscienze, fino alla psicobiogenealogia e allo Human Design che oggi utilizza nella sua professione insieme a varie altre “scienze sacre” meno diffuse o conosciute.
Nel 2003 diventa cooperante in paesi in via di sviluppo e zone di guerra. E’ qui che ha modo di approfondire la sua capacità negoziale, confrontandosi in ruoli decisionali, in paesi africani difficili quali Somalia, Kenia, Tanzania e vivendo, dal 2003 al 2007, per diversi mesi all’anno, anche in Medio Oriente . Dal 2003 al 2015 lavora anche come consulente aziendale come knowledge manager soprattutto per quanto riguarda l’ideazione e lo sviluppo di progetti legati alla cultura e al sociale, non trascurando però mai l’ambito sociale che diventa poi, dalla fine del 2015, la sua area di attività professionale per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo della gestione idrica e l’agricoltura.
Nell’Agosto del 2016 con Lorenzo Masini, Life & Business Coach specializzato in ambito femminile, e Sonia Sala, imprenditrice di Milano, fondano Progetto ACTION WOMAN, associazione che si occupa di prevenzione della violenza sulle donne attraverso la proposta di percorsi formativi dedicati al raggiungimento della vera e libera consapevolezza di sé come donne nella vita personale e nel lavoro.
Negli ultimi 14 anni, in seguito ad alcuni eventi avvenuti nella sua vita, si è particolarmente focalizzata sullo studio dei sintomi e dei comportamenti femminili, e di riflesso dei comportamenti maschili, all’entrata delle stesse nella pre menopausa e poi nella menopausa. Da questo periodo di studio su se stessa e sulle molte donne da lei intervistate, è nato un progetto che si sviluppa intrecciando varie discipline e ambiti artistici, tra cui la fotografia affidata al genio di Gabriele Rigon, che accompagna la donna alla soglia della terza stagione femminile e, attraverso un approccio puramente creativo la porta a sviluppare la presenza di sè e a riappropriarsi del ruolo di grande dignità per se stessa e per la società.

Sala Museale Polveriera Guzman

Mostra Fotografica “Freedom” di Gabriele Rigon

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