Mostra Fotografica “Terra Mala” Viaggio nella terra dei fuochi.

Di Stefano Schirato

Dal 2 al 23 Giugno 2017

Orari: da domenica a giovedì 16:00/20:00 – Venerdì e Sabato 16:00/20:00 – 21:00/23:00
Orbetello, Sala Espositiva Ex Frontone, Piazza della Repubblica – INGRESSO GRATUITO

Mostra organizzata in collaborazione con Photo OP

TERRA MALA
Viaggio nella terra dei fuochi

Era il 1991 quando Mario Tamburino, camionista italo-argentino, fu ricoverato in ospedale a Pozzuoli per un improvviso bruciore agli occhi che gli impediva anche di vedere. Di lì a poco sarebbe diventato completamente cieco. Quel bruciore era provocato dalle gocce di una sostanza corrosiva fuoriuscita dai fusti tossici (ben 571) che lui stesso aveva caricato a Cuneo, in Piemonte, presso un’azienda specializzata nello smaltimento di rifiuti pericolosi, e dovevano essere sversati in un terreno nelle campagne di Sant’Anastasia, a Nord di Napoli. Dall’inchiesta che ne scaturì nacque la parola ecomafia e si palesò un business di miliardi tra l’imprenditoria del Nord Italia e la classe politica campana.

Due anni prima, nell’albergo ristorante La Lanterna di Villaricca, era stato stipulato un patto diabolico tra politici, camorristi, mafiosi, esponenti della Loggia Massonica P2 e servizi deviati per sotterrare in Campania milioni di tonnellate di rifiuti tossici. Ognuno riceveva la propria parte di benefici. Una vera e propria industria dell’immondizia su larga scala, organizzata a danno e insaputa delle popolazioni locali.

Gli effetti devastanti di questo accordo criminale hanno segnato per sempre le sorti di quella che è diventata nota come la Terra dei Fuochi: un’area che comprende 55 municipalità tra le provincie di Napoli e Caserta, la zona più inquinata dell’intera regione, proprio a causa dei milioni di tonnellate di sostanze pericolose smaltite illegalmente nel corso degli ultimi 25 anni.

I dettagli sulle procedure impiegate sono stati svelati nel corso delle testimonianze di collaboratori di giustizia e pentiti come Carmine Schiavone e Gaetano Vassallo, rispettivamente tesoriere e “ministro dei rifiuti” del clan dei Casalesi, tra i principali fautori di quei traffici illeciti.

Le prime tecniche di smaltimento prevedevano lo scavo con ruspe a più di sette metri di profondità e il successivo interramento delle scorie tossiche, trasportate indisturbate con camion di grande taratura. Dopo le prime indagini della magistratura, la camorra ricorre al piccolo smaltimento: furgoni o motocarri di dimensioni modeste, carichi di rifiuti pericolosi, abbandonati nelle campagne e bruciati in pire innescate da cumuli di pneumatici cosparsi di benzina. I roghi sprigionano alte colonne di fumo nero, estremamente tossico, che rendono l’aria irrespirabile.

Si tratta del più grande disastro ambientale in Italia, che ha avuto e ha tutt’oggi ripercussioni sul suolo, sui prodotti agricoli, sull’allevamento e sulle falde acquifere.

L’ultimo Rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità (datato Gennaio 2016) fornisce una stima dell’effetto che tale dinamica criminale ha avuto sulla popolazione: nella zona della Terra dei Fuochi, l’incidenza di tumori negli uomini è superiore dell’11% e nelle donne del 9%, rispetto alla media nazionale. Sono state inoltre individuate le patologie per le quali sussiste un eccesso di rischio per tutti e allarmanti dati sulla mortalità causata da neoplasie nei bambini, in eccesso nell’intera aera delle province di Caserta e Napoli.

Stefano Schirato è impegnato da anni in un ampio progetto focalizzato sul legame tra inquinamento e malattie imputabili a condizioni ambientali malsane. Nel 2011 documenta le ricadute dell’acciaieria Ilva di Taranto sugli abitanti che vivono nei pressi dell’impianto industriale. Nello stesso anno, in occasione del venticinquesimo anniversario dall’esplosione del reattore nucleare della centrale di Chernobyl, si concentra sul traffico illegale di materiale radioattivo fatto uscire dalla ‘zona rossa’ e venduto senza essere prima decontaminato.

Nel 2015 inizia a lavorare a TerraMala, grazie anche all’aiuto di Don Maurizio Patricello – parroco di San Paolo al Parco Verde di Caivano e uno dei principali attivisti della zona – raccoglie le testimonianze di quei cittadini che si battono perché l’avvelenamento della Terra dei Fuochi non sia dimenticato.

Stefano Schirato fotografa con sincerità spiazzante la quotidianità di decine di famiglie consapevoli dei rischi che corrono per la propria salute. Le immagini mettono a nudo il degrado del territorio, i campi nomadi autorizzati su cumuli d’immondizia; uomini, donne e bambini che ogni giorno lottano per guarire. Schirato si sofferma sulla connotazione urbana dei quartieri colpiti dall’insediamento della camorra, registra le terrificanti dimensioni delle discariche illegali, cumuli di veleni sotterranei a pochi metri dalle abitazioni.
Il reportage oscilla costantemente tra due filoni, inestricabili. Da una parte, la terra tormentata da un inquinamento visibile e invisibile, sotterraneo e maligno che spesso si configura come una condanna a morte. Dall’altra, le esperienze private di chi quella terra abita e caparbiamente sceglie di non abbandonare. E dove dovremmo andare? È quello che Stefano Schirato si sente ripetere dalle persone che ritrae.

TerraMala è il viaggio in una realtà cruda e vicina, un modo per dare voce ai protagonisti di queste storie e alla loro battaglia.


L’Autore:

Stefano Schirato nasce a Bologna 43 anni fa, dove si laurea in Scienze Politiche. Nel 1998 vince una borsa di studio offerta da Nikon e Grazia Neri per un workshop con Paolo Pellegrin (Magnum).
Nel 1999, con il sostegno di Emergency pubblica il suo primo libro sul dramma delle mine anti-uomo in Cambogia, Gli occhi della Cambogia, con una prefazione di Ferdinando Scianna.
Nel 2003, il lungo progetto fotografico sulla vita dei marinai nelle navi sequestrate diventa il libro Né in terra, né in mare, del quale il Premio Oscar Giuseppe Tornatore firma la prefazione.
Negli ultimi anni, Stefano Schirato si dedica a tematiche sociali e politiche di respiro internazionale e alla fotografia di scena sui set di Giuseppe Tornatore. Collabora come freelance con riviste nazionali ed internazionali (NY Times, Cnn, Washington Post, Geo International, Le Figaro, Vanity Fair) e dal 2014 è docente di fotogiornalismo, nella scuola Mood Photography di Pescara, di cui è socio fondatore.

Mostra Fotografica "Terra Mala"

Mostra Fotografica “Terra Mala” di Stefano Schirato

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